Nuove figurazioni urbane
Firenze, 1987
Progetto
Alberto Breschi, Flaviano Maria Lorusso, Reza Massoud Ansari, Pasquale Bellia, Oliviero Baldini, Gino Boccabella
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Le nuove figurazioni urbane rappresentano significativamente una modalità con cui i giovani architetti (allievi e laureati) della Facoltà di Architettura di Firenze si pongono di fronte al disegno/progetto in stretta continuità con le esperienze dell’Architettura Radicale degli anni ’70 stabilendo connessioni e linguaggi con i movimenti artistici contemporanei.
La ricerca fornisce le occasioni di conoscenza e confronto delle tematiche della cultura architettonica contemporanea, con particolare riferimento alle tendenze più sperimentali e innovative al fine di poter maturare un metodo progettuale articolato e coerente che realizzi un “disegno” architettonico personale ed espressivo verificato alla scala urbana. Si vuol accentuare la capacità di adoperare i dati e gli strumenti a disposizione (i materiali progettuali: i valori del luogo – storici, morfologici, urbanistici e i dati tecnico-funzionali), per proporne una soluzione e un uso “diversi” dall’usualità e dalla prassi corrente. Capacità espressiva, capacità immaginifica; ma soprattutto capacità di soluzioni “alternative”. Capacità cioé dell'”errore , del “salto” rispetto alla regola consolidata – quasi in una sorta di mutazione evolutiva – al fine di proporre usi, comportamenti, forme che prospettino e rappresentino volontà di rinnovamento, di superamento della realtà corrente per l’acquisizione di nuovi significati.
Le tematiche affrontate sono:
La contestualità e il linguaggio “metropolitano”. Il progetto troverà con il contesto del luogo le matrici strutturali della propria configurazione compositiva, attraverso un processo di analisi dell’intorno ambientale e di sintesi delle sue valenze più significative, al fine di radicarne la logica intrinseca. Esso trova, al contrario, nel riferimento ai “luoghi culturali” rappresentati dai movimenti e dai costumi più attuali e internazionali, più “metropolitani”, travalicanti i confini del luogo, le matrici, le affinità e le assonanze più congeniali ad una strutturazione linguistica, qualitativa capace di affermare la pienezza della propria contemporaneità.
Il progetto come “archetipo urbano”. Il progetto dovrà tendere ad evocare e ricreare, all’interno della dimensione architettonica, i significati e le strutture dell’”archetipo urbano”: affermandosi “oltre” le ragioni funzionaliste esso dovrà esprimersi come “desiderio di spazi a forte connotazione urbana”, e dunque ad intensa carica emotiva, come immaginazione di sistemi spaziali complessi, integrati a più scale. Si renderà pertanto necessaria la ricerca, di una stretta conseguenzialità tra DISEGNO URBANO e DISEGNO ARCHITETTONICO e di un nuovo rapporto serrato, immediato tra urbanistica e architettura che, superando in alternativa i concetti di lotto urbano e di tipo edilizio, presupponga per contro la proposta di una nuova “URBANITA’” per la città contemporanea.